Petits Objets è una mostra collettiva che presenta le opere di 13 artisti e collettivi d’arte internazionali, curata da Dušan Josip Smodej. Inaugurata in concomitanza con Paris+ par Art Basel, la mostra analizza i meccanismi del mercato dell’arte dal suo interno.

“Cos’è quel pacco lassù nel portabagagli?” “Oh, è un MacGuffin”. Che cos’è un MacGuffin?” “Beh, è un apparecchio per catturare i leoni nelle Highlands scozzesi”. Ma non ci sono leoni nelle Highlands scozzesi”. Beh, allora non è un MacGuffin”. Alfred Hitchcock: I 39 passi

Ambientato in un ex studio legale tra Place Vendôme e i giardini del Louvre, Petits Objets esplora le relazioni di potere tra il mercato dell’arte e quello dei beni di lusso e il legame tra le dinamiche capitalistiche del plusvalore e le dinamiche libidiche del plusgodimento. Rivalutando la posizione dell’arte nel libero mercato e mettendo in discussione il suo valore auratico, le opere d’arte sono accostate a oggetti da collezione e persino a oggetti vernacolari in una presentazione che oscilla tra un gabinetto di curiosità e uno showroom di lusso. In un gioco di parole con l’objet petit a, l’irraggiungibile oggetto del desiderio nella psicoanalisi lacaniana, Petits Objets si interroga sui meccanismi interni che stanno alla base dell’acquisto di opere d’arte (non principalmente ornamentali). L’Objet petit a è dietro il desiderio – è “fuori scena” rispetto al desiderio fantasmatico e quindi sembra essere completamente indeterminabile, ma è comunque molto riferibile al funzionamento interno del mercato dell’arte e del lusso.