ELENA MAZZI | To be played

12 Ottobre 2019 19.30 < 21.00 | Giardino Giusti Verona

To be played – il Giardino Giusti apre le porte all’arte contemporanea

In occasione della 15^ edizione di ArtVerona, Giardino Giusti e Urbs Picta in collaborazione con Careof presentano “To be Played – Video, immagine in movimento e videoinstallazione nella ‘generazione ottanta’”. Per l’occasione il Giardino Giusti presenta l’Appartamento 900, dimora della famiglia Giusti fino al 1944 e recentemente riaperto al pubblico.

Il Giardino Giusti si fa promotore della scena culturale veronese e sceglie ArtVerona come momento inaugurale di questo nuovo percorso, partecipando al programma di progetti e iniziative che animeranno il quartiere Veronetta durante le giornate della fiera. Da sempre considerato uno degli esempi più interessanti di giardino all’italiana, con i suoi reperti romani, il maestoso viale di cipressi e un labirinto tra i più antichi d’Europa, il Giardino Giusti si apre all’arte contemporanea con la mostra “To be played – Video, immagine in movimento e videoinstallazione nella ‘generazione ottanta’”, visitabile dall’11 ottobre al 22 novembre, con ingresso dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo alle 18.30).

Introdotto nel corso degli anni Sessanta principalmente come documentazione di pratiche performative e divenuto nei Settanta linguaggio artistico autonomo, il video è uno di quei media artistici che dimostrano una stretta correlazione tra la ricerca artistica del Novecento e l’ambito dell’innovazione tecnologica. Oggi la sperimentazione sul video e l’immagine in movimento si dimostra una tra le principali protagoniste della ricerca di un nutrito gruppo di artisti che dopo aver assimilato dagli storici predecessori i tratti salienti delle possibili operatività, ne hanno fatto oggetto di una proliferazione di linguaggi che è caratteristica principale dell’epoca contemporanea.

A cura di Jessica Bianchera e Marta Ferretti, in collaborazione con ArtVerona e Careof, con il patrocinio della Provincia di Verona, del Comune di Verona e dell’Accademia di Belle Arti di Verona, la mostra presenta il lavoro di una selezione di giovani artisti che operano in maniera trasversale e con differenti approcci alle possibilità espressive, narrative e di display del video. Le recenti produzioni di Helen Dowling, Nina Fiocco, Anna Franceschini, Adelita Husni-Bey, Invernomuto, Michal Martychowiec, Elena Mazzi, Jacopo Mazzonelli, Giulio Squillacciotti e Luca Trevisani costruiscono un complesso panorama di connessioni e continui rimandi tra differenti linguaggi al confine tra il documentario, il cinema, la finzione e la sperimentazione sull’immagine in movimento.

In fondo al viale dei cipressi che taglia il giardino cinquecentesco. Qui, dove un tempo un complesso sistema di specchi, mimetizzati tra le emergenze della roccia grezza e gli inserti di conchiglie, creava suggestivi giochi di luce in base alle ore del giorno e alle stagioni, Pirolisi solare (2017) di Elena Mazzi affronta il tema della ricerca scientifica sulle fonti di energia rinnovabile partendo da un’installazione di specchi da lei realizzata per un lavoro precedente (Reflecting Venice, 2012-2014). Infine, la questione generazionale: scegliendo di operare una campionatura sui nati negli Ottanta si intende avviare un affondo critico sullo stato della ricerca attuale procedendo secondo un criterio caro alla storiografia artistica e contemporaneamente puntando l’attenzione su giovani che già possono garantire solidità nella ricerca.