Ex Elettrofonica presenta nei suoi spazi una installazione site specific di Davide D’Elia. Curata dall’artista Andrea Aquilanti Ieri mi volsi a considerar altrui memorie (dalle quali mi trovai rinvigorito) F.P. è una mostra che riflette sulla memoria e sul tempo, facendo il verso nel titolo ai poemetti filosofici della nostra tradizione letteraria.

Davide D’Elia definisce le sue opere degli “affreschi rabdomantici” e non a caso sceglie come immagine per la sua mostra un’antica rappresentazione del rabdomante, del cercatore d’acqua, personaggio a metà strada tra lo scienziato, il mago e il santone. Perché i suoi lavori cercheranno davvero l’acqua sulle pareti della galleria: perché le sue opere sono fatte di muffa.

L’artista ha ricalcato le sagome degli oculi che si aprono sul soffitto della galleria e le ha riportate sulle pareti. All’interno di queste sagome ha attivato una coltivazione guidata di muffe; operando con agenti chimici e con un controllo scientifico della temperatura dell’ambiente, Davide D’Elia ha atteso per giorni che comparissero tracce di quella proliferazione fungina.

La galleria si presenta dunque marchiata dal passaggio dell’artista o meglio dalla riproduzione del passaggio del tempo: l’opera si avvicina allo scorrere del tempo narrandocelo in prima persona.

 

Davide D’Elia lavora sul residuo di “ciò che rimane”e sull’estetica della continua trasformazione che ci obbliga a considerare il passare.
L’artista lavora non solo sull’evolversi della vita, ma anche sulle tracce della vita ormai finita, catturandole ed estetizzandole. Le sue opere diventano un luogo di verità, di assenza di sotterfugi, di bellezza dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente vivo.

La sua maniera di lavorare non solo rifiuta ogni forma di protezione contro il tempo, ma desidera questo tempo, lo cerca, ne attende le evoluzioni.
I lavori di Davide D’Elia sono lavori fatti di tele ammuffite, di sottolineature tramite lampade o cornici di luoghi già ammuffiti, fatti di ombre, tracce. Opere che tendono a svelare, e a gratificare la bellezza della nostra caducità e del nostro tempo che passa o meglio, che sta passando.

La mostra viene curata da un altro artista Andrea Aquilanti con il linguaggio che gli è proprio: un’opera d’arte. Aquilanti che da anni lavora sul concetto di sdoppiamento della visione producendo opere di grande poesia e leggerezza, che alla pittura e al disegno uniscono la proiezione video, proietterà su una parete della galleria il suo commento all’opera di D’Elia.