COMUNICATO STAMPA

Il 7 febbraio 2018, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano a PyeongChang inaugurerà Casa Italia in occasione dei XXIII Giochi Olimpici Invernali in Corea del Sud. Il Yongpyong Golf Club di PyeongChang ospiterà la delegazione italiana e i suoi ospiti in un moderno rifugio, raccolto in pareti vetrate, capace di evocare un forte senso di immersione nella natura montana che lo circonda.

Anche in questa occasione, Casa Italia si presenta come risultato di un progetto che mira a valorizzare l’eccellenza italiana nello sport, nell’arte, nel design e nell’accoglienza, con un nuovo concept: PROSPECTUM.

Ex Elettrofonica è stata chiamata dal CONI a formulare un progetto d’arte all’interno di Casa Italia capace di farsi interprete del messaggio che la delegazione olimpica porta con sé in Corea. L’obiettivo è presentare il nostro Paese attraverso un’invenzione culturale riconosciuta in tutto il mondo: la rappresentazione della prospettiva. Un’idea che ha rivoluzionato il modo di vedere la realtà e di interpretarla, e che a Casa Italia 2018 viene attualizzata e resa moderna da un linguaggio contemporaneo.

PROSPECTUM è una parola latina in grado di evocare immediatamente la nostra civiltà, di parlare della complessità culturale italiana e di come questa sia riuscita a condizionare la visione del futuro di tutto l’Occidente. Allo stesso tempo, rappresenta anche la capacità tutta italiana di capire e accogliere punti di vista diversi dal proprio, di spostare la propria prospettiva per raggiungere nuovi risultati e porsi nuovi obiettivi.

PROSPECTUM vuol dire letteralmente “portarsi avanti. Se da un punto di vista tecnico la prospettiva è un insieme di proiezioni geometriche e matematiche che consentono di rappresentare l’immagine di una figura all’interno di uno spazio, da un punto di vista culturale è un concetto molto più articolato.

PROSPECTUM ha la capacità di richiamare la nostra tradizione rinascimentale, che attraverso l’invenzione della prospettiva, tra il 1400 e il 1500 ad opera di artisti come Filippo Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Masaccio, Piero della Francesca, Leonardo da Vinci, ha rivoluzionato il modo di vedere e rappresentare il mondo, dando vita all’idea di progresso come la intendiamo ancora oggi.

Nel saggio La prospettiva come forma simbolica, Erwin Panofsky dimostra come ogni epoca culturale abbia sviluppato un proprio modo di rappresentare lo spazio, che può essere inteso come la “forma simbolica” di quella determinata cultura. La prospettiva  dunque non è che uno dei possibili punti di vista nell’interpretazione del mondo.

In sintesi, PROSPECTUM riassume la complessità dei punti di vista che siamo chiamati a tenere in considerazione se vogliamo produrre sviluppo ed essere percepiti come accoglienti a trecentosessanta gradi. E lo facciamo prima di tutto attraverso un valore che era già pilastro del progetto di HORIZONTAL ai Giochi Olimpici di Rio 2016: l’empatia e la capacità di mettersi nei panni dell’altro, guardando le cose da un punto di vista inedito e spesso sconosciuto, ma, soprattutto, crescendo e arricchendoci nell’incontro con l’altro.

Gli artisti ed i partner coinvolti nel progetto PROSPECTUM per Casa Italia PyeongChang, chiamati con le loro diversità a realizzare un ambiente contemporaneo, rappresentano l’eccellenza e l’eclettismo del nostro Paese. Tutto richiama l’idea della prospettiva come griglia ideale attraverso cui guardare il mondo.

Gli artisti

Gea Casolaro svela come ogni immagine contenga una storia di sguardi che supera l’opera stessa. Nel lavoro South #01, presente a Casa Italia, l’artista riflette sull’importanza dello sguardo altrui nella costruzione del lavoro. I paesaggi realizzati in Nuova Zelanda, letteralmente dall’altra parte del mondo, diventano leggibili solo mostrati capovolti.

Cristian Chironi utilizza diversi linguaggi e materiali, creando opere che dialogano con il contesto che le accoglie. La grande tenda in pvc che caratterizza la sala del ristorante è un collage dove elementi naturali e manufatti umani convivono in un caos ideale, dove ogni elemento è raccontato soggettivamente.

Carlo e Fabio Ingrassia sono gemelli omozigoti che lavorano solo insieme. Per la realizzazione delle tre opere Astrazioni Novecentiste presenti nelle lounge i due artisti dipingono composizioni di dimensioni infinitesimali, approcciandole contemporaneamente da due lati. Ciò è possibile in virtù di una loro predisposizione naturale: uno dei fratelli è, infatti, mancino.

Davide Monaldi realizza sculture in ceramica, creazioni poetiche e minimali che raccontano microstorie intime legate al quotidiano, nobilitando il processo di lavorazione artigianale. A Casa Italia è presente la sua celebre Carta da parati, che rende tridimensionale e scultoreo ciò che, solitamente, è percepito come sfondo.

Figura chiave di quella ricerca italiana del secondo novecento che si è mossa tra opera, architettura e paesaggio urbano, Maurizio Nannucci esplora le relazioni tra arte e linguaggio con lavori nei quali la parola recupera finalmente la forza del simbolo. Nel 1967 presenta per la prima volta i suoi iconici testi realizzati con lampade al neon. Tra le diverse installazioni permanenti vi sono quella all’Auditorium del Parco della Musica di Roma, all’aeroporto di Fiumicino a Roma, alla Bibliothek des Deutschen Bundestages di Berlino, al MAXXI di Roma e al Museo Peggy Guggenheim di Venezia. Ha partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia, alla Documenta di Kassel, e alle Biennali di San Paolo, Sydney, Istanbul e Valencia e le sue opere sono presenti nelle collezioni del MoMA di New York, dello Stedelijk Museum di Amsterdam, del Centre Pompidou di Parigi e del Paul Getty Art Center di Los Angeles. Casa Italia è onorata di avere una sua opera ad arricchire il progetto di PROSPECTUM.

Dopo la formazione in drammaturgia all’Università di Milano, Valerio Rocco Orlando si è perfezionato in regia cinematografica alla Queen Mary di Londra. Il rapporto tra arte ed educazione, il ruolo delle relazioni e lo scambio dei saperi nella pratica artistica sono i temi affrontati più frequentemente nel suo lavoro. In mostra (Who Im?) è un’opera luminosa, con caratteri coreani, realizzata a Seoul nel 2015 ed è frutto di una serie di incontri di meditazione con un monaco coreano. Per Valerio Rocco Orlando, come per Casa Italia, lo scambio dei saperi, con ogni mezzo, è l’unico veicolo per la comprensione dell’altro.

Patrick Tuttofuoco realizza un neon che riproduce la silhouette delle proprie mani che mimano la parola “welcome”. Welcome definisce uno spazio all’interno dello spazio, modificando la percezione e la funzione dell’ingresso: da luogo neutrale, di passaggio e d’informazione, a spazio d’incontro, scambio e fruizione culturale. Il punto di incontro tra Casa Italia e i suoi ospiti esprime un segno d’accoglienza che attraverso la pura visibilità supera i codici linguistici nazionali.

Nel lavoro di Massimo Uberti la luce è al centro di un percorso di sottrazione: nelle installazioni, la presenza luminosa arriva a farsi materia prima – fino a essere l’opera stessa. Lo spazio è sola illuminazione, e proprio grazie alla rinuncia all’ingombro, riesce a diventare infinito. L’opera CasaLuce in mostra a Casa Italia è il disegno luminoso di una casa ideale ed è l’opera guida di PROSPECTUM.

Descrizione di Casa Italia

Dall’arrivo alla Casa, immersa nella neve, dove le strade che vi conducono ricordano linee geometriche tracciate su un foglio bianco, allo spiovente della Casa che sembra un profondo triangolo di piombo sospeso sul vetro. Di fronte alla Casa una struttura di luce, opera dell’artista Massimo Uberti, ci fa vedere il perimetro in prospettiva di una casa italiana.

Si prosegue con il Welcome, questa volta di Patrick Tuttofuoco, che introduce alle scale che portano nella grande Prospectum square, dominata da un camino, fulcro di Casa Italia.

Sospese sul focolare La Traviata di Bob Wilson, uninstallazione di Lampade in edizione limitata realizzate dal leggendario scenografo per Slamp. i cui cristalli illuminati richiamano l’idea che è anche claim dell’Italia Team: “Fuoco sul Ghiaccio”.

La Prospectum Square vede inoltre protagonista un’installazione di sgabelli scultorei di Riva 1920, eccellenza dell’ebanisteria italiana, realizzati in legno massello di cedro e disegnati da designer come Alessandro Mendini, Vito Nesta, Gianni Veneziano e Luciana Di Virgilio e Michele de Lucchi. A completare la piazza le poltrone Margherita di Jacopo Foggini per Edra, i tavolini XXX di Joanna Gravunder di Glasitalia e i divani Pack, disegnati da Francesco Binfaré per Edra. La seduta evoca una banchisa di ghiaccio, rivestita di un tessuto creato appositamente, la cui texture cangiante ne simula i vari strati. Lo schienale è un grande orso sdraiato sul fianco, rivestito di pelliccia ecologica.

Da questo spazio centrale si diramano i vari ambienti della Casa: Il Bar, naturale proseguimento della piazza centrale, il ristorante, con un’opera installativa di Cristian Chironi che fa da quinta prospettica ai tavoli Ademar e Amalong e alle sedie Gisa di Giulio Iacchetti per Bross Italy, illuminato da una costellazione di lampade Hanami di Adriano Rachele per Slamp. Sospesa su un setto di corten che divide in modo netto le lounge dalla sala ristorante, una scritta luminosa di Maurizio Nannucci Same Words Different Thoughts che inneggia alla diversità del linguaggio come valore.

Proseguendo si accede alle lounge dedicate al relax che segue le impegnative giornate di montagna. Qui sono presenti una serie di fotografie South #01 dellartista Gea Casolaro, con panorami capovolti, e una serie di lavori miniaturizzati dal titolo Astrazioni Novecentiste di Carlo e Fabio Ingrassia. Questa oscillazione tra medium freddi e caldi è ripresa anche negli arredi, che alternano il calore dei divani Gran Khan e Sfatto di Francesco Binfaré per Edra, insieme alle poltrone Grinza di Fernando e Humberto Campana sempre per Edra e la Panca Molletta di Baldessari e Baldessari per Riva 1920, e la freddezza grafica del vetro dei tavolini Twinkle di Chiara Andreatti e i coffee table Soft di Nendo realizzati da Glasitalia.

Arreda la terrazza la collezione Allaperto Mountain di Matteo Thun e Antonio Rodriguez per Ethimo, in teak decapato e metallo rivestiti di fibra Etwick intrecciata.

All’Italia Team è dedicata una speciale Lounge Azzurri, formata da tre ambienti: una camera con vista sul panorama antistante la Casa con il grande divano Aster Papposus di Fernando e Humberto Campana, parte della Collezione Historia Naturalis, di Edra e l’opera Carta da parati di Davide Monaldi, una scultura a parete che simula la tridimensionalità di un oggetto a noi familiare nella sua forma bidimensionale, e la panca Bent di Naoto Fukasawa per Glasitalia; un bar, in corten e pelle, in cui campeggia l’opera a neon di Valerio Rocco Orlando, (Who Im?), una scritta in coreano, omaggio di Casa Italia alla cultura della meditazione tipica di questo Paese; un intimo salotto arredato con le poltrone Favela di Fernando e Humberto Campana per Edra, la panca Mountain in legno di cedro disegnata da Hisiao-Ching Wang per Riva 1920 e i coffee table Fountain di Tokujin Y.