Ex Elettrofonica e secondome presentano la mostra Twiner#8 – Shiny Happy People, ospitata nelle lounge del Corporate Hospitality, all’interno di LEA e su viale delle Olimpiadi in occasione degli Internazionali BNL d’Italia, all’interno del Foro Italico.

La mostra, allestita sia in spazi interni che esterni è citazione di una nota canzone dei R.e.m. del 1991, anno dello scoppio della Guerra del Golfo. Il videoclip del brano era aperto da un anziano signore che, pedalando su una bicicletta, mediante un meccanismo, faceva muovere la variopinta scenografia del video, mentre risuonavano le parole Gente felice e splendente si tiene per mano. L’esposizione vuole seguire questa suggestione, mettendo in moto una macchina empatica capace di trasmettere la forza del sorriso e della speranza per cambiare il mondo intorno a noi. L’idea è appunto di portare all’attenzione del pubblico un monumento all’umanità accolta nelle sue più disparate forme, un inno alla pace come obiettivo da perseguire sempre.

Un messaggio di positività che può essere interpretato anche come uno spunto di rinascita delle attività sportive, dopo la pandemia da Covid 19, e del pubblico che può tornare ad assistervi.

Gli artisti coinvolti per questa edizione afferiscono ad ambienti, sensibilità, età molto diverse tra loro, e simboleggiano proprio questa necessità di riconoscere valore ovunque lo si incontri.

Il pittore e scultore inglese James Hillman presenta tre lavori che evocano navi, si intitolano infatti Ship, e con loro una prospettiva di movimento e di scoperta che si fa ridente nei colori forti e brillanti. I lavori di Elisa Montessori, classe 1931, valorizzano la tribuna autorità e parlano di cerimonie private e collettive da riscoprire per dare significato alle nostre azioni. L’artista Lorenzo Pace realizza per questo appuntamento dei lavori pittorici usando come tele degli aquiloni. Il significato positivo che questi oggetti infantili portano con sé è capovolto dalla necessità di avere un manovratore che li governi. Lo stile pop di Michela Picchi apre ad un immaginario fantastico e vitalizzante, spesso popolato di animali dai colori vitaminici, mentre Giuseppe Pietroniro con la sua istallazione di porte dondolanti nei sette colori della bandiera della pace ci parla della necessità e della difficoltà di trovare un equilibrio nel perseguimento della concordia. L’intervento site specific di Alessandra Roveda ha come soggetto lo sport, praticato da creature surreali che celebrano la bellezza del giocare insieme. Infine le grandi tele Early Work di Vedovamazzei presenti da LEA mostrano la tecnica pittorica infantile coniugandola con la storia dell’arte: quando pensare è divertente.

 

Anche il progetto di interni ricalca il tema Shiny Happy People.
Una gigantesca istallazione di 140 Lampade Tulip di Marc Sadler per Slamp su un soffitto specchiante, da cui sbocciano fiori luminosi realizzati a mano con steli di ottone spazzolato, campeggia al centro di LEA. Il ristorante arredato con i tavoli in legno massello di Studio F e le sedie Gina e Gilda in metacrilato di Jacopo Foggini per Edra si riflettono in esso, dando vita ad un gioco di luci e colori.

Nell’area dedicata alla lounge i grandi divani On the Rocks di Francesco Binfarè e le poltrone Favela dei fratelli campana per Edra con i tavolini Fusto in cemento alleggerito di Studio Irvine per Forma & Cemento.
Nel Dehor i tavoli e le poltrone Re-trouvè di Patricia Urquiola per Emu, che reinterpretano le forme tradizionali in modo ironico e contemporaneo.
A fare da cornice al Bar le lampade Accordèon Gold di Marc Sadler per Slamp che evocano alla memoria il plissè di un tessuto o il mantice di una fisarmonica.
Ogni Lounge del centrale è una wunderkammer, dove i pezzi di design dialogano con le opere d’arte.
Nella tribuna Autorità la poltrona Margherita blu di Jacopo Foggini per Edra è al centro della scena. A fare da cornice le poltrone Blue Velvet dei fratelli Campana (Edra). verso il campo i Betty Stool di Studio Irvine per Forma e Cemento ricordano una scultura surrealista.
Nella Foro italico Club campeggia un grande divano Absolu in velluto verde di Francesco Binfarè (Edra) con due tavolini in marmo recuperato Miscellaneus di Millim studio, con una piccola istallazione di poltrone Getsuen di Masanori Umeda per Edra.
La Montemario sud ha toni volutamente freddi, il divano Flap bianco di Francesco binfarè (Edra) contrapposto al Coffee Table Alter in legno bruciato di Millim Studio per Studio F. con una scultorea poltrona Vermella argento dei fratelli Campana per Edra.
La Montemario Nord, in contrapposizione ha toni caldi dal marrone del divano Essential di Francesco Binfarè alle poltrone Margherita ambra e oro in policarbonato di Jacopo Foggini  tutto per Edra, con il coffee table Luna Park di Alessandro Zambelli in vetro di Murano (secondome).

Art Project
Beatrice Bertini e Benedetta Acciari, Ex Elettrofonica

Design Project
Claudia Pignatale, Secondome

Official Supplier
Edra
Emu

Special Thanks
Slamp
Forma & Cemento

Foto
Serena Eller

 

LEA – VEDOVAMAZZEI

Questa sala è dedicata ai lavori di Vedovamazzei, un duo fondato nel 1991 da Stella Scala (1964) e Simeone Crispino (1962).

Il loro lavoro è basato sull’impiego di mezzi diversi quali il video, l’installazione ambientale, la scultura, la fotografia, oltre ai media più tradizionali come la pittura, l’acquerello e il disegno. L’insistenza cade sulla necessità di guardare oltre le apparenze, osservando l’origine iconografica degli oggetti e il loro significato simbolico; l’assurdo spesso implicito nelle loro opere invita a riflettere sull’insensata rigidità delle convenzioni; una pratica ironica e trasversale che provoca una discussione sull’arte e sui suoi presupposti formali e intellettuali.

Qui sono presentati tre grandi lavori della serie Early Work legati a opere iconiche di grandi artisti del passato e contemporanei e realizzate da bambini in una fascia di età compresa tra i 5 e 12 anni. I disegni infantili hanno uno stile sempre uguale nei secoli, in quanto il bambino segue delle fasi, non impara delle tecniche. Qui i capolavori di Raffaello, Rembrandt e Warhol sono restituiti dai bambini in una loro fase infantile. Stella e Simeone affidano quindi all’infanzia il compito di rappresentare lo stile dell’artista di riferimento e l’iconicità dell’opera che più li ha resi noti, per poi riformularli su grande scala.

Early Works (Andy Warhol at 5 years old, Marilyn Monroe found dead), 2021, Stick oil pastels, acrylic on canvas, 280 × 335 cm.

Early Work (Rembrandt at 10 years old), 2021/1992, Stick oil pastels, acrylic on canvas, 290 × 335 cm.

Early Work (Raphael at 7 year old), 2021, Stick oil pastels, acrylic on canvas, 290 × 335 cm.

Courtesy Magazzino, Roma

VIALE DELLE OLIMPIADI – GIUSEPPE PIETRONIRO

FORO ITALICO CLUB – LORENZO PACE

Questa sala è dedicata alle opere di Lorenzo Pace (Roma 1984)
I colori acidi e ribollenti, le forme involontarie che sembrano essere appena state sottratte dalla strada, le faccine, gli aquiloni. Questi sono elementi che compongono uno degli immaginari possibili della pratica di Lorenzo Pace, pittore romano che non smette mai di sperimentare le diverse forme in cui la pittura può declinarsi.
Inizialmente formatosi in strada con la aerosol art, Pace sposta la sua pratica nello studio interrogandosi su problemi che riguardano la pittura e la società, cercando sempre la combinazione più idonea affinché la forma coincida ed espliciti il suo contenuto.
Ne nascono opere enigmatiche, che rimandano ad esperienze comuni come un vetro battuto dalla pioggia, uno Smile lasciato su un muro, un aquilone, dei graffi, eppure questi dettagli dopo essere stati rielaborati dal gesto pittorico diventano altro, una piccola magia, la possibilità di ripensare il quotidiano.

Fantasy, 2021, acrilico su tela tela, bottiglie, struttura in legno, 103 x 93 x 5 cm.
Sweet Juice, 2022, acrilico su tela, 50 x 70 x 3 cm.
Matcha, 2021, acrilico su tela, 50 x 70 x 4,5 cm.
Fractured green, 2022, acrilico su tela, 104 x 154 x 4 cm.
Fractured blue, 2021, acrilico su tela 140 x 110 x 5 cm.
Fractured orange, 2021, acrilico su tela, 104 x 154 x 4 cm.
H24 “Dalle undici all’una”, 2022, acrilico su tela, 106 x 40 x 3 cm.
Fair play, 2021, acrilico su tela, 70 x 100 x 2 cm.
Smile, 2020, acrilico su tela, 30 x 40 x 4,5 cm.

MONTE MARIO NORD – JAMES HILLMAN

Questa sala è dedicata ai lavori di James Hillman (UK, 1992).

Il suo lavoro si distingue per una costante sperimentazione della forma e del materiale, attraverso un processo di stratificazioni e decostruzioni l’artista crea un’immagine capace di mostrarsi in divenire, in movimento. Questo è tanto più interessante perché Hillman rinuncia all’uso della prospettiva, offrendo all’osservatore una costruzione di volumi immaginari sottolineati da un sapiente rapporto con le superfici scelte per l’intervento. La questione dei supporti diventa così parte del processo, costruendo una pittura scultorea di grande efficacia.

I suoi motivi presentano un simbolismo classico, un repertorio geometrico che porta all’essenziale le forme del reale. In sala i tre lavori scelti si ispirano alle vele delle navi, Ships (Leaving Port), Ship (red) e Ship (Monochrome), e sembrano istituire una relazione giocosa tra loro come se si stessero rincorrendo l’un l’altra.

Ships (Leaving Port)
, 2018, Olio su carta su compensato, con mensola di legno e marmo, 100x100x20 cm, courtesy the artist
Ship (red), 2018, Olio su carta su compensato, 94×75 cm, courtesy the artist
Ship (Monochrome), 2018, Olio su carta su compensato, 63x63x4 cm, courtesy the artist

MONTE MARIO SUD – MICHELA PICCHI

Questa sala è dedicata al lavoro di Michela Picchi (Roma 1987), artista che vive e lavora tra Roma e Berlino.

La forte visione di Michela si basa sulla multidisciplinarietà e sulla sua capacità di lavorare con ambiti artistici diversi. Grazie a una straordinaria tavolozza di colori, la sua arte si tuffa nei temi del pop, del surrealismo e delle tigri psichedeliche, conferendo alle sue opere un’intensa svolta vibrante tangibile nei suoi numerosi recenti murales, sia pubblici sia privati. Con il suo approccio sperimentale costante, si concentra su come le esperienze percettive siano legate alle visioni e su come questa relazione possa essere trasferita nelle opere d’arte.

Il Neon con la tigre è legato al suo progetto “The Lady, or the Tiger?, il suo primo solo show a Roma ed esprime lo stile per il quale l’artista è nota, mentre le due tele presenti lavorano sulla relazione tra linguaggio e pittura e sono delle opere realizzate appositamente per questa occasione. Sia IT IS A MATTER OF TIME sia THE POWER OF NOW sono legate al tema del tempo, inteso come possibilità o come slogan esortativo, in perfetto stile pop discendente.
I disegni presenti sono gli originali che l’artista realizza come bozzetti per i suoi lavori e sono un decalogo di possibili lavori passati e futuri.

It Is a Matter of Time, 2022, Acrylics on canvas,160 x 100 cm.
The Power of Now, 2022, Acrylics on canvas, 80 x 130 cm.
Tiger Led, 2021, Neon flex LED and plexiglass, 87 x 89 x 3,5 cm.
Untitled Drawings 1,2,3,4, 2020-2022, drawing on paper, 30 x 21 cm (with frame 42 x 32 cm).

TRIBUNA AUTORITA’

Questa sala è dedicata ai dipinti di Elisa Montessori (Genova 1931)

Nel 1790 Xavier de Maistre scrive Viaggio intorno alla mia camera, in cui, attraverso una ricca analisi dei significati che si nascondono negli oggetti che la abitano, tratteggia la sua personale peregrinazione all’interno di uno spazio intimo e privato. Con questa suggestione si può leggere la scelta che la pittrice Elisa Montessori ha operato con i suoi lavori per la tribuna Autorità del Centrale del Foro Italico in occasione degli Internazionali BNL d’Italia 2022.
Le tele della parete di sinistra ci svelano un cerimoniale domestico che l’artista mette in scena disseminando oggetti quotidiani sulla tela giallo caldo, in Fantasmi il soggetto è proprio un ritratto di un viaggio interiore, intrapreso tutti giorni, come a suggerire un percorso sempre uguale e mai lo stesso.
Nella parete di destra lo sguardo si spinge all’esterno, che è altro nello spazio e nel tempo. I temi dei dipinti Istanbul III e Istanbul IV sono solo in apparenza degli appunti di un viaggio. Istanbul è descritta come sospesa, ha la qualità delle cose scomparse che esistono solamente nel ricordo di dettagli che tornano in forma di descrizione di eventi realmente successi. Questi lavori non hanno a che fare con la nostalgia, ma con la testimonianza, che è fondamento di ogni evoluzione.

Istanbul III, 2000, oil on canvas, 200 x 100 cm.
Istanbul IV, 2000, oil on canvas, 200 x 100 cm.
Fantasmi, 2011, mixed media on canvas, 220 x 240 cm.
Senza titolo, 2019, mixed media on canvas, 100 x 150 cm.
Conchiglia, 2018, mixed media on canvas, 100 x 120 cm.

VIALE OLIMPIADI – ALESSANDRA ROVEDA