TIMEA ANITA ORAVECZ | 4/10 – A Critical Inventory of the IKOB Collection

Dal 3 Luglio – al 29 Settembre 2019

Per quanto riguarda la parità di trattamento tra artisti di sesso femminile e maschile, il 2019 si sta rivelando un anno di rivalutazione presso diverse istituzioni artistiche e culturali. Ad esempio, per dodici mesi a partire dal prossimo aprile, la Tate Modern di Londra ospita esclusivamente artiste della propria collezione. Attraverso un’attenzione alle opere d’arte femminili, che sono esposte in percentuale molto meno frequentemente di quelle maschili, le artiste devono essere maggiormente rappresentate e il loro contributo alla storia dell’arte deve essere riconosciuto in modo più appropriato. Ci sono anche progetti come questi al di fuori delle arti visive. Il Teatro di Stato di Karlsruhe assume quindi solo registe di sesso femminile per la stagione 2018/19. Anche l’IKOB sta cercando di dare il suo contributo ad un’impresa che in realtà è attesa da tempo. Ci siamo impegnati in un’analisi più approfondita della nostra collezione e ci siamo chiesti quante opere d’arte provenivano da donne e quante da uomini. Si è scoperto che esattamente il 40% delle opere della collezione sono state realizzate da donne. Quattro su dieci non è un rapporto negativo rispetto ad altri musei, la cui percentuale sembra bloccata intorno al 25%. In confronto, tra il 2009 e il 2011 la quota di opere di artiste acquistate dai musei del Nord Reno-Westfalia non supera il 28%, e solo il 22% di tutte le mostre personali che ricevono un sostegno finanziario dallo Stato tedesco sono state realizzate da artiste. Perché questa bassa percentuale è sorprendente? Perché da decenni la quota di donne nelle accademie d’arte tedesche supera costantemente il 60% e, per quanto riguarda i premi artistici assegnati dallo Stato, esiste almeno una distribuzione uniforme tra donne e uomini. Ma non appena si tratta di partecipare a mostre in gallerie, musei e associazioni d’arte, è sorprendente che le donne siano in ritardo rispetto agli uomini con scioccante regolarità. Se poi si esamina l’elenco delle artiste di maggior successo commerciale, diventa evidente che il numero di donne che guadagnano di più, che sono donne, continua ad essere infinitamente piccolo.

Poiché una rivalutazione può avvenire solo là dove le persone sono consapevoli di questa differenziazione, la mostra 4/10, A Critical Inventory of the IKOB Collection, costituisce l’inizio di un tentativo di rendere giustizia alle artiste della nostra collezione per quanto riguarda i contenuti, e di sostenere il loro contributo all’unicità della scena artistica (orientale) belga portando alla luce queste creazioni. Per questo motivo, il motto del momento è “gli uomini in magazzino, le donne nel museo.

Sono esposte opere delle seguenti artiste:

Marie-France Bonmariage, Ellen Brusselmans, Jeanne-Claude, Johanna Deiglmayr-Buchholz, Delphine Deguislage, Lili Dujourie, Margret Eicher, Karin Frank, Casaluce Geiger, Denise Gilles, Laurence Gonry Maria Hasemeier-Eulenbruch, Vera Hilger, Irmel Kamp, Stefanie Klingemann, Marie-Claire Krell, Sophie Langohr, Andrea Lehnert, Barbara Leisgen, Esther Liégeois, Lilith Love, Sylvie Macías Díaz, Nora Mertes, Beatrice Minda, Krain Missy Paule, Tanja Mosblech, Yvonne Mostard, Sali Muller, Chloé Op de Beeck, Tímea Anita Oravecz, Tinka Pittoors, Andrea Radermacher-Mennicken, Jana Rusch, Bärbel Schulte Kellinhaus, Alice Smeets, Merlin Spie, Catharina van Eetvelde, Marlies Vermeulen (Caro cacciatore), Sophie Whettnall, Denyse Willem.