I lavori di Tsvetkov cercano di capire le intersezioni tra cultura e natura e tentano di comprendere le nozioni del continuo cambiamento della cultura e dei diversi modi di vivere.
Le sue opere esaminano la concezione tradizionale della bellezza estetica e del design funzionale dagli oggetti tipicamente riconosciuti come oggetti di scarto. E’ tra i residui marginali e la materia di scarto che Tsvetkov cerca di rappresentare il significato sociale di differenti modi di vivere, così legato alle sue personali esplorazioni dei dogmi religiosi e culturali attraverso viaggi in Europa, Asia e Africa. All’interno di questa cornice, tocca la congiuntura del mondo urbano e rurale, dello scambio culturale, e del processo di ambienti di lavoro in continuo cambiamento.

Nei suoi lavori più recenti Tsvetkov si è interessato maggiormente all’idea di paesaggio e di territorio, soprattutto all’impatto dell’attività umana sulla superficie terrestre e alle sfumate intersezioni tra paesaggi prodotti e già esistenti. In particolar modo il suo interesse è rivolto a come i limiti esistano in termini fisici, sociali, e concettuali, così come il territorio si relaziona alla nazionalità e all’identità.

Il processo di elettrolisi è diventata una metafora per il cambiamento e la trasmutazione nel lavoro di Tsvetkov: questo metodo usa la corrente diretta per generare reazioni chimiche che danno luogo a ossidazioni e alla riduzione di oggetti conduttori, facendo in modo che quelli che sono caricati positivamente migrino al polo negativo del circuito e viceversa.

Replicando le diverse trasformazioni prodotte da processi trasformativi simili ma molto più complicati, la migrazione delle particelle crea un paesaggio che ricorda le immagini satellitari del cambiamento globale che è diventato così diffuso negli ultimi decenni.
L’idea del cambiamento continuo e della trasformazione è centrale nel suo lavoro. I confini umani o naturali non sono mai completamenti certi o sicuri. Più ci si avvicina alle linee di separazione e più sfumate queste linee diventano. La vita nomade di Tsvetkov stesso l’ha convinto che i paesaggi, i territori, i concetti e le eprcezioni sono inerentemente instabili, nonostante i tentativi di riaffermare il controllo e definire dei confini nello spazio, nel tempo e nella memoria.

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